giovedì 8 gennaio 2009

IL DL 180/2008 SULL'UNIVERSITA' DIVENTA LEGGE

E' stato convertito in legge il dl 180/2008 sull'Università.

Sono state cambiate le norme concorsuali che non risolvono però il nodo dei concorsi truccati in quanto facilmente aggirabili dai baroni che continueranno a gestirli. La posizione dei ricercatori viene ulteriormente precarizzata. I fondi destinati al diritto allo studio vengono incrementati anche se in misura ridicola rispetto ai bisogni degli studenti.

La finanziaria di dicembre ha confermato il blocco del turn-over e il taglio ai fondi per le università (salvo quelle private!) della l.133/2008 che vengono ora associati a discriminanti di "merito". Il 7 per cento del fondo di finanziamento ordinario sarà destinato alle università "virtuose", senza alcun riferimento ai parametri che verranno utilizzati. Il blocco del turn-over interesserà solo quelle università che superano il tetto del 90 per cento alle spese del personale: visti i pesanti tagli quasi tutte. Dietro la vuota retorica della "meritocrazia" si nasconde lo smantellamento dell'istruzione superiore.

La volontà del governo è chiara. La crisi del sistema universitario causata dalla mala-gestione da parte di lobby di baroni e da governi di destra e di sinistra, vogliono farla pagare agli studenti, ai ricercatori precari e ai lavoratori. Più in generale la crisi di un sistema in cui risorse e servizi non vengono redistribuite bensi' privatizzate, in cui taglio del welfare state e precarizzazione del mondo del lavoro si abbattono in modo trasversale.

Nei mesi scorsi l'Onda Anomala partita dai soggetti del mondo della conoscenza ha investito le metropoli ponendo al centro del dibattito pubblico la questione dell'istruzione, dei problemi dell'università e affermando che non abbiamo nessuna intenzione di pagare la crisi. Ancora una volta il decreto 180 rappresenta false soluzioni ai veri problemi dell'università. Continueremo a riappropriarci di tempi e di spazi all'interno delle università per trasformarle, e riprenderemo a attraversare e bloccare le metropoli.

Non abbiamo paura: non solo continuiamo a ribadire che noi la crisi non la paghiamo, ma noi la crisi la creiamo a chi vuole scaricarla sugli studenti, sui precari, sui lavoratori!


Facoltà e accademie in mobilitazione