domenica 1 marzo 2009

Il pensiero della differenza

Facoltà di Scienze Politiche
Via Conservatorio 7, mm1 San Babila, Milano
Mercoledì 4 marzo ore 14.30 aula 26

"Il pensiero della differenza. Per difendersi da chi terrorizza i corpi e cancella il futuro"
intervengono Bianca Beccalli e Cristina Morini



“E' una Guerra contro le donne", scriveva Chiara Valentini nell'Espresso dello scorso 19 febbraio. Ma la guerra presuppone due parti in campo, e in questo caso sembra più corretto parlare di terrorismo. Terrorismo sui corpi in genere, e terrorismo su quelli delle donne.
Il pensiero femminista è stato sempre innanzitutto pensiero della differenza, dela capacità delle donne si costruire autonomia politica, da un lato e un comune dal'altro. Oggi più che mai il biopotere sferra attacchi ai corpi e disegna le soggettività del nemico, del malato, del diverso, attraverso i generi, ma anche attraverso le etnie, o i costumi.
Partire dal'autodeterminazione significa battersi contro la paura (da sempre cattiva consigliera) e il delirio securitario, ma anche respingere la precarietà del futuro e riconquistarsi il diritto a progettarlo, immaginarlo, sognarlo, ognuno il suo.
Il rispetto per la donna come il rispetto per l'altro sono le uniche armi che possono proteggere sul serio le donne dalla mentalità dello stupro, del branco, che oggi vuole le donne veline e domani ci verrà a dire "te la sei andata a cercare".
Noi siamo liber@ e indecoros@, vogliamo sentirci sicure nelle nostre strade e non imprigionate nelle nostre case, sappiamo che l'unica maniera per esserlo è la diffusione di una cultura che è esattamente agli antipodi di quanto questa politica ci propina, una cultura in cui si stimoli al dialogo, alla conoscenza dell'altro, alla condivisione delle esperienze, di diffusione dei saperi libera, una cultura dell'autodeterminazione.
Libertà dei saperi, libertà di movimento, libertà ed autodeterminazione dei corpi, libertà degli spazi appaiono oggi sotto l'attacco della medesima idiozia proibizionista, che sceglie la strada della repressione bieca, della limitazione, della segregazione e dell'ignoranza, cui non si può rispondere se non con una chiara e forte difesa dei nostri territori mentali, fisici e relazionali.



mercoledì 18 febbraio 2009

l'AUTOFORMAZIONE nell'UNIVERSITA' in CRISI con Sergio Bologna


incontro del laboratorio di autoformazione "universitá in trasformazione"

con la partecipazione di Sergio Bologna

aula 22, scienze politiche, martedi' 24 febbraio ore 12.30


Stiamo attraversando una crisi che non ha ancora raggiunto il suo culmine e che mostra il fallimento di quasi 30 anni di neoliberismo. L'Onda, che lo scorso autunno è partita dai soggetti del mondo della formazione per investire la metropoli, e' certamente esplosa contro i tagli della l. 133/08, ma ha saputo sin dall'inizio assumere la crisi come terreno di lotta. "Noi non vogliamo pagare la vostra crisi", questo il messaggio rivolto al governo che intende socializzare i costi della crisi del capitale per farla pagare agli studenti, ai migranti, ai lavoratori precari e non, attaccando il welfare state e il sistema d'istruzione.

Ma l'Onda ha anche saputo affermare che l'universita' statale e' anch'essa in crisi. E' in crisi a causa della gesitone baronale e di 20 anni di irresponsabili politiche bipartisan. Da un lato si e`generalizzato l'utilizzo dei fondi e delle strutture degli atenei da parte dei baroni per meri interessi privati, dall'altro la mercificazione del sapere ha trasformato l'istruzione superiore in un supermercato di crediti. Quello che dovrebbe essere un luogo di fermento intellettuale, che fornisce gli strumenti utili a capire e criticare la realta' al di fuori delle mura universitarie, e' sempre piu' appiattito sul pensiero unico egemone: il neoliberismo nelle sue varie declinazioni di destra e di sinistra, reazionarie e riformiste. Lo stesso pensiero travolto dalla crisi.

Noi vogliamo capire come funziona il mondo reale, non quello raccontato da docenti molti dei quali l'ultimo libro l'anno letto quando hanno vinto il concorso da ordinari. Il sapere e' sempre di parte, si tratta di decidere da quale parte stare. E noi vogliamo produrre e trasmettere un sapere utile alla vita, a capire le trasformazioni sociali e ad agire le lotte che le determinano. Cosa significa e come farlo in universita'?

martedì 17 febbraio 2009

Cacciati i fascisti da scienze politiche

Gli studenti e le studentesse di Scienze Politiche, a un giorno dall'aggressione fascista alla Sapienza, cacciano i fascisti dalla facoltà. Fuori i fascisti dalle facoltà! Difendiamo i centri sociali, riprendiamoci i nostri spazi!

Martedì 17 febbraio una ventina di fascisti di Azione Universitaria (AN) di diversi atenei milanesi si sono radunati nella facoltà di Scienze Politiche per distribuire volantini diffamatori nei confronti di quegli studenti e di quelle studentesse che costruiscono nell’università sapere libero e critico, percorsi di autoformazione, e ribellione contro le politiche securitarie e oscurantiste. Gli studenti e le studentesse della facoltà si sono raccolti dietro lo striscione “Fuori i fascisti delle facoltà, difendiamo gli spazi sociali!” cacciando in breve tempo i fascisti.

In una metropoli governata dalla destra fascista di De Corato (AN) e dagli integralisti cattolici di Comunione e Liberazione, nella Milano della moda, dove le uniche opportunità per le giovani generazioni sono abitazioni costose e sovraffollate, lavori precari e sottopagati, locali e discoteche, si respira un’aria di repressione contro tutto ciò che è diverso e quindi “pericoloso”. Si moltiplicano le politiche razziste contro i rom, i migranti e i giovani di seconda generazione, i provvedimenti contro i giovani che vogliono vivere esperienze diverse da quelle preconfezionate. Si chiudono tutti quei luoghi di aggregazione e socialità dove è possibile condividere e costruire in una dimensione collettiva una cultura libera e critica, autodeterminazione e conflitto.

Non era scontato che in questa metropoli riuscissimo a riappropriarci del Cox18 ma neanche che, a un giorno dall'aggressione fascista alla Sapienza, a Milano fosse negata l’agibilità politica ai giovani di De Corato. Allo stesso modo siamo determinati/e a scendere in piazza il 28 febbraio in difesa degli spazi sociali e a continuare a liberare spazi di autoformazione e di ribellione all’interno delle facoltà.
Fuori i fascisti dalle facoltà! Difendiamo i centri sociali, riprendiamoci i nostri spazi!

GIOVEDI’ 19 FEBBRAIO – SCIENZE POLITICHE
Giornata di mobilitazione in vista del corteo nazionale
A partire dalle 12.00 banchetti, libri e mostre informative in cortile

SABATO 28 FEBBRAIO - Ore 15.00 p.zza XXIV Maggio
CORTEO NAZIONALE
Contro le logiche securitarie, per l’autogestione e gli spazi sociali

venerdì 13 febbraio 2009

Studenti e lavoratori interrompono la commissione regolamenti della Statale

Questa mattina 250 persone tra studenti e lavoratori hanno interrotto la commissione regolamenti del Senato Accademico della Statale, al termine di un'assemblea sindacale indetta dalla Cgil-flc d'ateneo.

[LEGGI: Il comunicato letto dai lavoratori alla Commissione Regolamenti del Senato Accademico d'ateneo] [GUARDA: La fotogallery dell'iniziativa] [LEGGI: L'interruzione del Consiglio di Facoltà di Scienze Politiche - 12 febbraio] [LEGGI: La cacciata della Gelmini dal Conservatorio di Milano- 10 febbraio] [LEGGI: L'occupazione del rettorato del Network dei collettivi per l'autoformazione - 16 gennaio]


Studenti e lavoratori hanno denunciato le contraddittorie politiche del rettore Decleva e della CRUI (di cui e` presidente) in merito all'universitá: mentre in autunno li si vedeva tergiversare proponendo deboli rimostranze contro i tagli previsti dalla legge 133, ora rincorrono la retorica della meritocrazia per spartirsi le poche briciole rimaste. La prima preoccupazione fondata è quella sui contratti e sui salari dei lavoratori, in particolare dei tecnici-amministrativi. Ci sono pochi dubbi sul fatto che Decleva abbia deciso in cambio dei finanziamenti che si aspetta di sacrificarli, magari in nome del principio (magari definito meritevole) di non dedicare il 90 per cento del fondo di finanziamento ordianraio per pagare il personale. Anche a costo di renderlo precario e sottopagato.

D'altronde le proposte di rinnovo del personale nella pubblica istruzione tanto sbandierate si sono in realtá tradotte con il blocco del turn-over (con la conseguente impossibilitá per molti precari/e di essere assunti), in peggiori condizioni di lavoro, nel blocco sostanziale della ricerca... mentre Decleva pensa a modificare lo statuto della Statale prolungando il suo mandato e mantenendo cosi' intatti i giochi di potere baronali.

E' cosi' svelato come la parola "meritocrazia" venga usata in realtá dal governo per tagliare su welfare, istruzione e ricerca, e dai baroni per difendere il loro orticello di potere.

Si vuole trasformare l'universitá in un mero luogo di produzione di capitali, ridotta in macerie dall'istituzione del tre piu' due e dalla precarizzazione dilagante, relegata al ruolo di mercato di crediti e dispensatore di un sapere mercificato invece che spazio di sapere libero, critico e condiviso.

La risposta di Decleva alle denunce di studenti e lavoratori è stata anche questa volta evasiva, rifiutando un confronto diretto e asserendo la sua impossibilitá a riferire pubblicamente quali siano le politiche che la CRUI sta adottando: prova evidente di trasparenza.

Come scritto nel comunicato dei lavoratori letto alla Commissione, “il governo deve sapere che i lavoratori e gli studenti non hanno chinato il capo, i problemi sono ancora tutti presenti, la nostra situazione salariale è sempre più grave”.
Dopo l'occupazione del rettorato del 16 gennaio, la cacciata della Gelmini dal Conservatorio del 10 febbraio e la sospensione del Consiglio di Facoltá ieri a Scienze Politiche, gli studenti ribadiscono che non si fermeranno ma continueranno a costruire iniziative ed a mettere in atto percorsi di autoriforma dal basso.

giovedì 12 febbraio 2009

NO MORE DECLEVA

C.R.U.I. e Gelmini... chi se li merita?

Gioved¡ 12 febbraio gli studenti e le studentesse di Scienze Politiche hanno assediato il Consiglio di Facolta' per denunciare la proroga del mandato di rettore al barone Decleva. Di fronte al rifiuto di aprire la seduta agli studenti, hanno interrotto l'hanno interrotta, provocando la sua sospensione.

[GUARDA: I video dell'interruzione del Consiglio di Facolta' di Scienze Politiche] [GUARDA: Le foto dell'iniziativa] [LEGGI: Il comunicato letto dagli studenti al Consiglio di Facolta'] [LEGGI: l'articolo di Repubblica] [LEGGI: l'articolo del Corriere della Sera] [LEGGI:la cacciata della Gelmini dal Conservatorio di Milano (10 febbraio)] [LEGGI: occupazione del rettorato della Statale di Milano (26 gennaio)]

Gioved¡ 12 febbraio gli studenti di Scienze Politiche hanno assediato il Consiglio di Facoltà, per denunciare l'approvazione della modifica dello statuto dell'ateneo, avvenuta in senato accademico il 20 Gennaio 2009 scorso con voto favorevole anche del Preside di Facolta' e di tutti i "rappresentanti" degli studenti e dei lavoratori. La modifica, se sara' votata nuovamente al prossimo Senato Accademico, e se sara' approvato dal ministro Gelmini, permettera' al barone Decleva di prolungare il secondo mandato, e rimanere così Presidente della C.R.U.I. fino al 2011. Una manovra appoggiata da tutti i rettori lombardi che ritengono importante la presenza di Decleva al tavolo della riforma dell'universita'. Di fronte al rifiuto di aprire la seduta alla partecipazione degli studenti, questi hanno interrotto il Consiglio, provocandone la sospensione.


Gli studenti hanno messo in luce anche la presa di posizione favorevole da parte del Preside di Facoltà, seguito di trattative fatte nell'ombra dei corridoi della facolta'. Dopo la conversione in legge del dl 180/2008, le contraddizioni su "meritocrazia" e "ricambio generazionale", che questa manovra del Rettore mette in luce, evidenziano come l'Università dei Baroni di fronte anche ai tagli targati Gelmini, punti al mantenimento delle proprie posizioni di potere, cercando di gestire trasformazioni e riforme dell'università.

Il governo intende far pagare la crisi agli studenti, ai lavoratori precari e non e ai migranti attaccando il welfare state, il sistema d'istruzione e adottando "pacchetti sicurezza" razzisti e inutili. I baroni vogliono far pagare la crisi dell'univerista' causata da loro stessi agli studenti, ai lavoratori e ai ricercatori precari. Ma sia il governo che i baroni nascondono i propri interessi dietro la vuota retorica del "merito". Quale `il merito dell'accordo tra Decleva e il ministero? C.R.U.I. e Gelmini... chi se li merita? Noi la crisi non la paghiamo!

martedì 10 febbraio 2009

Gelmini, Milano ti ripudia!! Dont' touch my body, dont't touch my space!

Un centinaio di studenti fanno scappare la Gelmini in visita privata al Conservatorio di Milano. Corteo per il centro e subito dopo Blitz al Consultorio Familiare cattolico.

[LEGGI: Comunicato del Network dei collettivi per l'autoformazione[ [GUARDA: le foto della cacciata della Gelmini, del corteo e del blitz al Consultorio] [LEGGI: articolo del Corriere sulla contestazione in Conservatorio] [LEGGI: articolo di Repubblica sulla contestazione alla Gelmini] [LEGGI: CRUI e Gelmini... chi se li merita]

Martedi 10 febbraio il Ministro dell'Istruzione Maria Stella Gelmini ha avuto la cattiva idea di andare in visita privata al Conservatorio di Milano.


E' stata subito avvistata dagli studenti e dalle studentesse della Facoltá di Scienze Politiche che l'hanno inseguita costringendola a rifugiarsi dentro al Conservatorio protetta dalla scorta per poi scappare con l'aiuto dei carabinieri. Un centinaio di studenti hanno dato vita a un corteo bloccando le vie del centro ribadendo che non staranno fermi a guardare l'accordo tra la Gelmini e i baroni della C.R.U.I. (Conferenza dei Rettori delle Universita' Italiane) per la riforma dell'universita', che passa per la proroga del mandato al rettore della Statale di Milano nonche' presidente della C.R.U.I.

Gli studenti si sono quindi diretti al Consultorio Familiare "La famiglia ambrosiana" onlus, di iniziativa e ispirazione cristiana.Un luogo che dovrebbe essere di informazione reale, ma che invece si e` presentato un luogo di estrema ignoranza. Un servizio che nega la pillola del giorno dopo dichiarandola "metodo abortivo" effettuando cosi' un'obiezione di coscienza illegale e da Santa Inquisizione.

Don't touch my body, don't touch my space: governatori liberticidi,sceriffi della paura,politici con il cilicio, non vi cediamo neanche un centimetro di libertá. Questo e' lo striscione appeso nel chiostro della sede che ospita il consultorio, in una regione dove Comunione e Liberazione controlla l'intera sanita', gli appalti e usa i soldi pubblici per finanziare le scuole private e le aziende legate a CL.

"Il nostro corpo e` la nostra libertá', non accetta compromessi ne' intromissioni. le nostre scelte,qui ed ora, sono invalicabili. Il sapere deve essere utile a autodeterminarsi, quindi deve essere antiratzista e laico. Per i nostri corpi, per i nostri spazi, per la libertá".

Gli studenti e le studentesse si sono dati appuntamento a giovedi' 12 febbraio dove l'Onda assediera' il Consiglio di Facolta' di Scienze Politiche il cui Preside ha votato per la proroga del secondo mandato al Rettore Decleva per permettergli di restare presidente della C.R.U.I. e sedere al tavolo della riforma con la Gelmini.

Network di Collettivi Universitari per l'Autoformazione